Danni conseguenti all’inquinamento elettromagnetico

Danni conseguenti all’inquinamento elettromagnetico

Il Tribunale di Modena, lo scorso 6 settembre, si è pronunciato sulla richiesta di alcuni proprietari che lamentando che dall’elettrodo posizionato sopra le loro abitazioni da parte della ENEL provenivano immissioni elettromagnetiche nocive richiedevano all’autorità giudiziaria di far cessare tale immissioni condannando l’ente allo spostamento dell’elettrodo, oltre al risarcimento di tutti i danni subiti.

Il Tribunale ha accolto la domanda dei proprietari delle abitazioni condannando la ENEL a spostare la condotta elettrica e, comunque, di fare in modo che essa non provocasse immissioni elettromagnetiche nocive, nonché al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti. La particolarità di tale sentenza va ricercata nel fatto che i Giudici modenesi non sono limitati a riconoscere il solo danno alla salute subito dai proprietari che hanno agito in giudizio, ma anche il danno non patrimoniale.
Più specificatamente, il Tribunale, accertata la situazione concreta in tutta la sua obiettiva evidenza e la sua indiscutibile gravità, sotto il profilo risarcitorio, ha rilevato il verificarsi di ripetute lesioni alla salute dei proprietari, anche di una certa gravità, (alcuni episodi abortivi di una delle proprietarie iniziati in concomitanza con l’insediamento nella propria abitazione ), tutte riconducibili, sotto il nesso causale, all’esistenza dell’elettrodo posizionato sopra le abitazioni in questione.

Nella sentenza si legge che il Tribunale ha fondato il suo convincimento su una serie di dati oggettivi rilevati da tutta una serie di accertamenti tecnici disposti d’ufficio sia sulla proprietaria che aveva subito i vari aborti sia sul superamento dei parametri massimi consentiti per le immissioni di onde elettromagnetiche.

La responsabilità della ENEL è stata fatta discendere non dal fatto che la gestione dell’elettrodo costituisse un’attività pericolosa, quanto, invece, dal fatto che essa non aveva fatto una corretta gestione di una cosa solo eventualmente pericolosa, l’elettrodo, appunto, in quanto da esso venivano propagate immissioni elettromagnetiche nocive alla salute. I giudici, inoltre, hanno, categoricamente, escluso qualsivoglia condotta colposa in capo ai proprietari degli appartamenti per il fatto di averli acquistati e di avervi installato la propria abitazione ad elettrodo già installato.

Per quanto riguarda il danno non patrimoniale e non alla salute, i Giudici hanno riconosciuto il danno per il deprezzamento economico per la diminuzione di valore degli appartamenti che avevano subito le immissioni. Specificatamente connessa alla menomazione della possibilità di godimento, in ciò richiamandosi ad un ben preciso indirizzo giurisprudenziale della Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, fin dagli anni ’80 secondo il quale qualora le immissioni di rumore in un fondo, provenienti da vicina centrale elettrica dell’Enel, eccedano la normale tollerabilità, ai sensi e secondo i parametri dell’art. 844 c. c., deve riconoscersi al proprietario di detto fondo di essere indennizzato del deprezzamento subito dall’immobile per la menomazione delle sue possibilità di godimento.

In conclusione, secondo il Tribunale di Modena, l’esposizione ai campi magnetici oltre i limiti consentiti costituisce una lesione e non una semplice minaccia del bene salute che, come tale, deve essere risarcita a titolo di danno patrimoniale.

Oltre a tale danno è, altresì, risarcibile, quello conseguente alla svalutazione che l’appartamento sottoposto alle onde nocive subisce.

Avv. Roberto Bella Presidente IRCAT

Studio Gortan – Partita I.V.A. 00884510322